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Imazle: quando la difficoltà è divertente

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Oggi voglio parlare di un gioco che mi ha coinvolto tantissimo negli ultimi mesi. Lo potete trovare per Android oppure per iPhone . Si chiama Imagzle e il suo creatore è un simpatico (imparerete a scoprirlo) ragazzo italiano ( @obsidian.art) . Il gioco appare subito di una semplicità disarmante: lo scopo è indovinare la parola disegnata da un'immagine. «Niente di più semplice! Lo finisco in un paio di giorni.» direte. Ma vi sbagliate, alcuni livelli sono difficili, ma la complessità li rende interessanti e divertenti. Naturalmente si può usufruire di alcuni aiuti ogni livello. Vi consiglio di non abusarne all'inizio (come ho fatto io) sono pochi quelli che il creatore ti concederà e sono fondamentali per i livelli più difficili. Ma il gioco è super divertente e ti farà imparare tantissime cose, soprattutto per i livelli più difficili. Da qualche mese il venerdì è diventato il mio appuntamento fisso per l'aggiornamento, che non manca mai di arrivare. L'ho ele

Le tue dita sprigionano arte.

Immagina una piccola mano, forse non troppo piccola, che scorre, disegna linee, curve, orbite, su sistematici tasti bianchi e neri. Un lento ma veloce disegno: crea dell'arte. Veloci armoniosi movimenti che accarezzano lentamente i tasti, non vogliono creare dolore, soffici carezze che producono soavi note, musica. Musica dalle mani. Musica dalle dita. Un flusso di energia scorre nel corpo, attraverso i nervi, ogni dito, ogni singolo dito, si trasforma in tasto. Un tutt'uno di musica e arte. Vederlo emoziona. Ascoltarlo emoziona. Ascoltarlo e vederlo. Focalizzi lo sguardo sulle sinuose curve delle falangi, le piegature della pelle, il colore delle unghie. Tutti questi movimenti sono arte, non solo le corde che sprigionano le note, che poi volano nell'aria. E ti par quasi di vederle: Un Do, un Mi,  un Fa diesis Un Re bemolle, un Sol doppio bemolle, un La diesis, un Si che danzano lasciando lunghe scie per la stanza volano a velocità smis

Musica

Lamenti, onde sonore, silenziose, musica sparata negli orecchi, scalfisce e accarezza i timpani, consola il cuore, scuote i muscoli, vibra nello stomaco ci accompagna, per mano, nel lungo cammino, fino alla fine. La musica della vita. Nicolò Pratelli

Pensieri - Parte1

Due e trenta di notte. Tutto fermo. Tutto sordo. Non passa più nemmeno una macchina, Fuori il freddo inverno si sta insinuando sotto ai giacconi dei metronotte, lasciati soli là fuori, guardati dalle finestre buie di case piene di comignoli sbruffanti. L'insonnia mi assale in queste notti disperate, solitudine notturna e spietata devozione ad un restare sveglio che mi costringe a fare qualcosa per non annoiarmi, ciò non mi farà mai dormire. Sento sul mio corpo un pervadere di stanchezza che si abbandona all'intensa attività celebrale, infaticabile lavoratrice, stanca, ma operosa senza motivo. Schiavo di una mente malata e ciclica che mi costringe a gettare le ore di sonno accumulate in questi giorni. Abitudine ad una vita notturna. Schiavo dell'insonnia. La cosa bella è che lottare mi sembra superfluo quando l'unica cosa da fare, ossimoro della lotta peraltro, tranne che per un certo indiano che così ci ha vinto una guerra, è restare fermo e cercare di non fare niente

La mia verità.

Miseramente fugge chi si nasconde dietro le sue verità. Coraggioso chi a petto nudo affronta le verità degli altri. La paura e il coraggio. Bugie e verità. Io. Convincersi di cose false e convincere gli altri che la realtà è quello che vediamo solo noi stessi. Non osservare con la mente. Chiusura mentale. La mia più grande paura.

Sei mesi.

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I giorni attraversano i mesi, Esperimenti di una vita Pregna di ostacoli. I lineamenti delle esperienze coccolano i nostri corpi, uniti in dolci amplessi. Insieme. Accanto a te Guido le mie membra, E la mia anima, Sulla strada più lunga e più difficile. La vita. Sicuro. Non ti abbandonerò, Non ti lascerò indietro, Non me ne andrò da solo. Mai più. Vivo. Con te. Per te. Tuo.

Decisioni sbagliate

Il tempo passa e scorre in una sola direzione. Non si può tornare indietro e se lo si vuol fare, l'unico modo è sognare e ricordare. Quando scegli, decidi, giudichi dopo non torni indietro. Purtroppo devi pagare le conseguenze delle scelte sbagliate. Non sempre ti va bene. Vorresti scappare invece devi restare a pagare per quello che hai fatto. Chi scappa non è degno di essere chiamato uomo. O forse è proprio lui che è il vero uomo quello che si fa prendere dall'istinto di sopravvivenza e fugge pur di non subire le conseguenze di una scelta. Io lo definirei piuttosto animale, invece che uomo.